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Le origini, la storia, la città, le tradizioni
Perché Lucrezia L' Enigma dei Borgia Romanzo storico di Adriana Nastri |
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The beginning, the history, the City, the traditions
Perché Lucrezia L' Enigma dei Borgia Romanzo storico di Adriana Nastri |
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Sermoneta.... ieri: la storia.
Notizie precise sulle origini di Sermoneta probabilmente non saranno mai trovate; storia e leggenda si intrecciano tra loro e ci parlano dei vari popoli che trovarono in questo territorio un luogo sicuro per vivere; questo ed altri fattori ci impediscono di risalire alle vere originí del nostro paese.
I primi documenti sicuri dai quali poter trarre qualche notizia precisa, non li abbiamo che dopo il XII secolo. Dagli scritti che ci ha lasciati Varrone apprendiamo che i primi ad abitare la nostra regione prima dei X sec. a.C. furono probabilmente i Liguri; infatti sono stati trovati dei reperti archeologici nelle vicinanze di Caracupa e Valvisciolo che confermerebbero questa tesi. Questi reperti risultano anteriori al V sec. a. C. e quindi si può affermare quasi con certezza che la nostra regione fu una stazione italica, latina e piú probabilmente ausona. Un'altra versione ce la offre lo scrittore latino Plinio il quale nel riportare la relazione di un certo console Muzio scrisse che nel IX sec. a.C. i Lacedemonti, (spartani) ribellandosi al governo di Licurgo abbandonarono la loro patria (Sparta) e si misero in viaggio per il Mediterraneo. Dopo varie peripezie approdarono presso il monte Circeo ed essendo loro piaciute queste zone vi si stabilirono fondando 53 città tra le quali si potrebbe inserire Sermoneta.
Con la nascita di Roma (753 a.C.) il re Cluvillo, non vedendo di buon occhio lo sviluppo che la nuova città stava avendo le dichiarò guerra. In questo periodo regnava a Roma Tullio Ostilio che sconfisse i Latini e Cluvillo mori in battaglia. Il suo successore, Mezio Suflerio, cercò inutilmente di riacquistare la libertà per il suo popolo latino e ritirandosi con l'esercito a Ferentino iniziò una guerra che durò 200 anni e segnò la fine dell'impero latino e l'inizio dell'impero romano.
Tra le città che combatterono contro Roma, Plinio cita anche Sermoneta, chiamata Sulmo. Si può affermare che Sermoneta fosse Sulmo leggendo gli scritti di Filippo Cluviale che visse ai tempi dei Cesari, il quale nel parlare delle campagne pontine riporta Sulmo tra Norba (Norma) et Setia (Sezze).
Una certa Sulmoma è anche citata da Virgilio nel X canto dell'Eneide, nell'episodio della morte di Pallante quando Enea immola agli dei quattro giovani della città. Con molta probabilità la Sulmona di VIrgilio corrisponde alla Sulmo di Plinio e quindi a Sermoneta. Come "Sulmo" "prese parte alla guerra tra Latini e Romani, finita con la vittoria di quest'ultimi e con la relativa nascita dell'Impero.
Lo storico Livio ci dice che Sermoneta fu l'ultima a gettare le armi, grazie anche alla posizione strategica che aveva. Tutto ciò le consenti di ricevere l'onore delle armi e soprattutto di partecipare attivamente alla vita politica della potente città. E' quasi certo che furono i Romani a cambiare il nome al nostro paese da Sulmo a Sulmoneta, cambiamento dovuto al fatto che essi, prima di combattere questa città, si affidarono alla dea Moneta e quindi dopo la vittoria riportata le aggiunsero questo nome a quello che già aveva.
Di questo periodo finalmente abbiamo testimonianze concrete; l'esistenza di ruderi appartenenti ai templi (all'origine pagani) dedicatí a divinità romaniche a una villa che molti ritengono sia appartenuta all'imperatore Caracalla, il quale avrebbe dato il nome alla località che oggi si chiama Antignana da Antonio il nome dell'imperatore (ipotesi questa molto discussa). Inoltre sono state ritrovate anche alcune lastre con nomi gentileschi ma soprattutto un'uma con incisa una scritta contenente il nome di un patrizio Romano.
Infine risale a questo periodo la costruzione di un tempíetto di cui abbiamo oggi soltanto alcuni resti che in seguito fu trasformato in una chiesa detta S.Emerenziana (meglio nota come S.Potenziana); molto importante è anche la strada consolare che costeggia Sermoneta ed arriva fino a Terracina, questa aumentò ancora di piú la posizione strategica del paese che poteva appunto dominare dall'alto tutti coloro che costretti alla fuga avevano in quella strada un passaggio obbligato.
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Sermoneta…. yesterday: the history.
The origins of Sermoneta will always remain obscure with history and legends blending together. History and legends entwine to speak to us of the various peoples that found in this territory a safe piace to live in; this and other factors prevent us from going back to the true origins of this hamlet.
The first reliable documents can only be found after the XII century and from the writing of Varrone we gather the first people to live in this region before the X century B. C. were probably the Ligurians; archeological finds near Carlacupa and Valvisciolo belonging to a period earlier than the V century B. C. confirm the region could have been an Italic, Latin and more likely Ausona base. Another version is offered by the Latin writer Plinio who wrote that in the IX century B. C. the Lacedemonti (Spartans) rebelled against the govemment of Licurgo and abandoning Sparta took to the Mediterranean Sea. They then established themselves near Mount Circeo and liking the area founded 53 cities one of which could have been Sermoneta.
With the birth of Rome (753 B. C.) King Cluvillo, set against its development, declared war on the city. Tullio Ostilio, who reigned Rome at the time, defeated the Latins and Cluvillo died in battle. His successor Mezio Sufleno vainly tried to regain the freedom of his people and withdrawing with his army to Ferentino started a war that would last 200 years and that marked the end of the Latin empire and the beginning of the Roman empire.
Among the cities that fought Rome, Plinio mentions Sermoneta which was called Sulmo (Sermoneta) between Norba (Norma) and Setia (Sezze).
A certain Sulmona is also quoted by Virgilio in the Xth canto of the Aenei when Enea sacrifices to the gods four young men of the city. Most probably the Sulmona of Virgilio corresponds to the Sulmo of Plinio, and so to Sermoneta.
As "Sulmo" it took part in the war between the Latins and the Romans, wich ended with the victory of the latter and the consequent birth of the Empire. The historian Livio says that Sermoneta was the last to surrender, also thanks to its strategic position. All this permitted it to receive honour in arms and to actívely partecipate in the political life of the powerful city. It is almost certain the Romans changed its name from Sulmo to Sulmoneta due to the fact that before the fight they paid homage to the goddess Moneta, thus adding her name to the original one after the victory.
Of this period we finally have concrete proof; the existence of ruins belonging to temples (of pagan origin) dedicated to Roman divinities, to a villa that many believe must have belonged to the emperor Caracalla, who would have named a locality called Antignana from Antonio, the name of the emperor (this is unde much discussion). Some slabs have also been discovered carrying gentile names and above all an urn on which is inscribed the name of a Roman patrician.
Lastly, to this period belong the construction of a small temple of which there are only some remains and which was later tumed into a church called S. Emerenziana (bettere known as S. Potenziana); very important is also the road that runs from Sermoneta up to Terracina. It increased even more the strategic position of the hamIet, enbaling it to dominate from above anyone trying to escape and having no other choice but to take that route.
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Il Castello Caetani
Verso la metà del secolo XIII gli Annibaldi costruirono una Rocca veramente possente, anche se inferiore a quella attuale, ma di importanza strategica per la vicinanza con la Via Appia ed il Mar Tirreno.
La corte della Rocca era l'attuale Piazza d'Armi, nel cui centro era stata scavata la cistema, dove l'acqua piovana confluiva dai tetti e dalle terrazze degli edifici. Eleganti bifore omate di colonnine marmoree davano luce ad ambienti affrescati delicatamente con pitture in gotico, alcune delle quali (restaurate di recente) si possono ancora ammirare. L'imponente maschio, alto 42 metri ed il maschietto o controtorre, sono unici resti ben conservati della primitiva Rocca degli Annibaldi, alla quale risalgono anche le fondamenta della grande Sala dei Baroni. Nella Corte sorse una chiesa , che fu denominata di San Pietro in Corte e che fu rasa al suolo al tempo della signoria dei Borgia nel 1500, senza alcun rispetto per le spoglie funebri dei Caetani che vi erano state tumulate.
Verso la fine del secolo XIII i feudi di Sermoneta e di Bassiano fruttarono agli Annibaldi la somma, notevole all'epoca, di ben 140 mila fiorini d'oro, che furono pagati da Pietro Caetani, nipote di Bonifacío VIII, papa da soli tre anni. L'investitura avvenne nell'ottobre del 1297: il nobile militare di Anagni Catenazio, procuratore dei Caetani, si presentò all'ingresso della Rocca di Sermoneta, la cui porta gli venne immediatamente aperta. Catenazio toccò la porta, la chiuse e la riapri, prendendo rituale possesso della Rocca annibaldesca.
I Caetani di Sermoneta provvidero ad ampliare e rinnovare la Rocca con edifici, di cui il piú notevole fu la Sala dei Baroni, detta anche Casa dei Signori, lunga ben 22 metri che è adiacente al Maschio. Sotto la Signoria di Onorato III Caetani ci fu il momento aureo di Sermoneta: a questo periodo risalgono moltissime costruzioni che suscitarono l'ammirazione dei contemporanei.
Si narra che, durante la visita fatta nel 1452 dell'Imperatore d'Austria Federico III, i soldati ebbero via libera nelle cantine ove "andarono nel vino insino alle ginocchia"
Le lotte tra feudatari erano all'ordine del giomo a quei tempi ed Onorato Il non veniva meno alle regole. Durante la rivolta degli abitanti di Ninfa, suo feudo, avendo catturato i ribelli, questi uccisero il guardiano. Onorato stesso li insegui per i terrazzi del castello e li costrinse a gettarsi di sotto. Tra i ribelli c'era un suddiacono che, in quanto tale, godeva dell'immunità ed Onorato venne scomunicato. Seminudo, con la corda al collo ed una verga in mano, dovette recarsi a Ninfa e farsi battere dallo stesso Arciprete del luogo (dopo aver comunque pagato una fortissima ammenda).
Un figlio di Onorato III, Nicola Il fu guardia del Conclave durante l'elezione di Alessandro VI Borgia. Valentissimo spadaccino allievo del grande Bartolomeo Colleoni, mori tragicamente avvelenato da Matteo di Pesaro, forse dietro mandato di Cesare Borgia. Correva l'anno 1494. Due anni piú tardi, Giacomo V, suo fratello veniva attirato a Roma con un tranello e, dopo essere stato imprigíonato in Castel Sant'Angelo, fu processato ed avvelenato.
Cesare Borgia pose allora l'assedio a Sermoneta, che si arrese dopo una strenua difesa, nella quale si distinsero anche le donne che si armarono come soldati, con scudi e corazze, per difendere l'onore proprio e del loro paese. Da quel momento quella che fu una Rocca strategica, diventava una fortezza imprendibile: la piú potente del Lazio, seconda solo a Castel Sant'angelo.
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The Caetani Castle
Halfway through the XII century the Annibaldi built a powerful fortress of strategic importance for its closeness to the Via Appia and the Tyrrhenian Sea.
The courtyard of the fortress was at Piazza d'Armi and in its centre had been escavated a cistern in which the rain water would flow from the roofs and terraces of the buildings. Elegant mullioned windows reflected light on delicately painted walls in gothic style, some of which (recently restored) can still be admired. The Mantower (42 metres high) and the short maletower are the only ones left of the primitive Annibaldi fortress, to wich belong also the foundations of the Hall of the Barons. A church in the courtyard was named San Pietro in Corte and was razed to the ground under the Borgias in 1500, with no respect for the buried remains of the Caetani.
Towards the end of the XIII century Pietro Caetani, nephew of Pope Bonifacio VIII, paid the Annibaldi the sum of 140 thousand gold florins for the fiefs of Sermoneta and Bassiano. In October 1297 the military nobleman Anagni Catenazio, solicitor of the Caetani, appeared at the entrance of the fortress of Sermoneta where the door was immediately opened. He touched it, closed it and reopened it taking ritual possession of the place.
The Caetani enlargened and renewed the fortress with many buildings. The most important one was the Hall of the Barons also know as the House of the Lords, 22 metres long and adjacent to the Mantower. Under the seigniority of Onorato 111 Caetani, Sermoneta reached its golden peak: many of its buildings belong to this period and were much admired by his contemporaries.
It is said that during the visit of the Austrian emperor Federico 111 in 1452, his soldiers were permitted to have a free hand in the wine-cellars where they "ended in wine up to their knees".
Nicola II, a son of Onorato Ill, was guard of the Conclave during the election of Alessandro VI Borgia. He died tragically in 1494 by poisoning, his death most probably commissioned by Cesare Borgia. Two years later his brother Giacomo V was called to Rome and falling in a trap was imprisoned in Castel Sant'Angelo, then tried and poisoned.
Sermoneta was besieged by Cesare Borgia and only surrendered after harsh fighting in which also the women participated. From then onwards what was once a strategic fortress became an impregnable one: the most powerful fortress of the Lazio region, second only to Castel Sant'Angelo.
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Le Chiese
Costruita sulle rovine di un tempio pagano prima, di una chiesa romanica poi, è dedicata a Maria Vergine Assunta in Cielo.
E' nata sicuramente durante il massimo sviluppo della scuola architettonica cistercense di Fossanova.
All'interno della Cattedrale c'è da ammirare una notevole quantità di cose preziose, prima fra tutte la meravigliosa tavola dipinta dal Benozzo Gozzoli con la Madonna che regge in grembo la città di Sermoneta.Alla base di due acquasantiere due leoni stilofori accovacciati, residui del tempio pagano. Della stessa epoca c'è anche un seggio in pietra tutto lavorato, probabilmente trasformato da un'ara dedicata alla dea Cibele in seggio vescovile. Al centro della navata davanti al coro lígneo, sopra un bellissimo altare del 1200, troneggia un baldacchino di tipo beminiano, sotto il quale è un crocifisso, notevole opera di un valente artista sermonetano, Giuseppe Beccari, vissuto nel diciottesimo secolo. Varie pietre tombali attestano visite di pontefici e seppellimenti di uomini illustri.
All'estemo il bellissimo campanile romanico che, con il suoi cinque ordini di bífore, domina sulle case calcaree di Sermoneta.
Posta all'inizio del paese, vi si accede tramite una bella scalinata in pietra. Per la sua costruzione, iniziata intorno al 1500, ci vollero circa duecento anni perché fosse completata con il contributo della popolazione. Di piccole proporzioni ospita la statua di S.Giuseppe Protettore: opera lignea ricoperta in oro zecchino in grandezza normale, in cui S. Giuseppe conduce per mano Gesú Bambino.
Nel 1733 con l'elemosina dei cittadini, la facciata venne ricostruita con stucchi su base di pietra. L'interno è a volta a crociera. Intorno all'altare maggiore si trova la statua del Santo con Gesú Bambino in legno dorato, opere del sermonetano Giuseppe Beccari. La chiesa ha sei cappellette a forma di antiche tribune.
Consacrata nel 1120 dal vescovo Gregorio, sorge su di un antichissimo tempio dedicato alla dea Maia, di cui sono visibili alcuni resti. Le strutture di questa chiesa presentano in alcuni particolari analogie con quelli della chiesa di S. Maria di Sermoneta soprattutto dove c'è un'impronta cistercense.
La pianta è molto particolare e presenta evidenti irregolarità. E' divisa in tre navate di tre campate ciascuna, la navata laterale, volta a nord, è quasi triangolare. Alla navata centrale si aggiunge il portico a due arcate che deriva chiaramente da quello di S.Maria di Sermoneta. Questa analogia si riscontra nella prima campata di ogni navata che è piú stretta delle altre.
La copertura è a volta, piú alta quella della navata centrale e piú bassa nelle laterali.
Molto interessante è la piccola aula sottostante cui si accede da una ventina di gradini dal fondo della navata laterale sinistra, che termina appunto con un'ampia porta. Avanzando in un piccolo atrio, che precede l'aula stessa, sulla volta vi sono resti di affreschi tra cui un Cristo in mandorla e due angeli del XI secolo di carattere bizantino. L'aula è piccola e si trova sotto l'antistante atrio. -La funzione di tale luogo in epoca cristiana è sconosciuta, né ci può aiutare il fatto che accanto vi sono resti di un "coemeterium " esteso fino al campanile.
Uscendo dall'abitato e salendo tra verdi uliveti si incontrano le cappelle della Via Crucis che ci portano fino al Convento di San Francesco. Questi si apre su di un grande piazzale che è anche ingresso del cimitero retrostante la grande construzione.
Nel convento si apre un antico chiostro con pozzo centrale. Intorno a tutto il chiostro sono dipinti episodi della vita di San Francesco, opera del seicento di Angelo Guerra da Anagni.
La chiesa di San Francesco offre alla vista dei visitatori, oltre ad un bell'altare ed un coro in legno, un Crocifisso mirabilmente scolpito in legno, opera di un frate dei Minori. Nella cappella laterale è stato eretto il Tempio votivo dei Caduti nel Peloponneso, ove si venera l'immagine della Madonna del Fileremo di Rodi.
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Churchs of Sermoneta
Built on the ruins of a pagan temple before, and a Romanesque church after, it is dedicated to Maria Vergine Assunta in Cielo.
It was built during the height of the architectural school of Fossanova and contains a large quantity of precious pieces. The most important is the beautiful board painted by Benozzo Gozzoli with the Madonna holding Sermoneta on her lap. At the base of the two holy water stoups are two lions belonging to the pagan temple and a sculptured episcopal throne probably shaped from an altar dedicated to the goddess Cibele. At the centre of the nave over an altar dating back to the year 1200, is a canopy under which lies a crucifix made by an artist of Sermoneta Giuseppe Beccari in the 18th century. Various gravestones bear witness to papal visits and burials of illustrous men.
On the outside the beautiful Romanesque belfry with its five orders of mullioned windows, dominates the limestone houses of Sermoneta.
t is built at the entrance of the hamlet with a flight of stone steps. Its construction started around 1500 and took 200 years to complete. The church hosts the statue of S. Giuseppe Protettore: of normal size and covered with pure gold, holding Child Gesus by the hand.
In 1733 with contribution by the citizens, the facade was rebuilt with plaster on a stonebase. Around the main altar is the statue of the saint with Child Gesus in golden wood, made by Giuseppe Beccari. The church has six chapels.
Consecrated in 1120 by the bishop Gregorio, it rises on a very ancient temple dedicated to the goddess Maia.
The structures of this church show certain analogies to the church of S. Maria of Sermoneta. The plant is very particular and has a number of irregularities.
It is divided into three aisles, with the lateral one turned to the north almost triangular in shape. The central aisle has an arcade that clearly derives from the one of S. Maria of Sermoneta.
Very interesting is the small hall that can be approached by 20 small steps starting from the bottom of the lateral aisle on the left and ending with an ample door. Proceeding in a small vestibule before the aisle, on the vault are what remains of frescoes of Christ and two angels of the XI century in Byzantine style. The function of such a place in Christian times is unknown, nor does it help that next to it are the rests of a "coemeterium" which extends to the belfry.
Coming out of the habitat and going up along olive trees one encounters the small chapels of the Via Crucis that bring us right to the Convent of S. Francesco. It opens on a large square that is also the entrance to the cemetery behind the big building.
In the convent is an ancient cloister with a central well. Around the cloister are painted episodes of the life of S. Francesco by Angelo Guerra da Anagni around 1600.
The church not only contains a nice altar and a wooden choir, but also a crucifix admirably sculptured in wood by one of the Minor friars. In the lateral chapel is erected the Temple of the Fallen in the Peloponneso, where the image of the Madonna del Fileremo di Rodi is venerated.
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L'Oasi di Ninfa
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Oasis of Ninfa
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Alberghi
"Al Rione Vecchio"
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